Il gruppo potrebbe costituire il nucleo del Teatro stabile di Roma – Passo dei consiglieri comunali del PCI per l’avvio di immediate trattative
Roma, 15 giugno 1963
Rina Morelli, Paolo Stoppa, Giorgio De Lullo, Rossella Falk, Romolo Valli, Elsa Albani e Luchino Visconti hanno perfezionato in questi giorni l’accordo che prevede la formazione di una Compagnia stabile romana, la cui denominazione, molto probabilmente, sarà quella di «Gruppo del Teatro libero di Roma». La compagnia, alla cui gestione sono interessati tutti gli attori, il regista, l’impresario Carlo Alberto Cappelli e il Teatro Quirino (cioè l’Ente teatrale italiano), si esibirà quasi stabilmente nel vecchio e illustre teatro romano.
Si tratta, senza dubbio, di uno degli avvenimenti teatrali destinati a contrassegnare, in modo incisivo, la prossima stagione teatrale. In pratica, la nuova compagnia nasce dalla fusione di due équipes tra le più impegnate di questi ultimi anni: la Morelli-Stoppa, nati nel 1945 dall’incontro con lo stesso Visconti, e la Compagnia dei giovani, nata nel 1954 (e l’anno prossimo compirà dunque i dieci anni di attività, priva, però, di Anna Maria Guarnieri). Attori, regista, impresario e gestori del «Quirino» assumeranno, come si è detto, la diretta direzione dell’impresa.
L’inaugurazione della stagione del «Gruppo del Teatro libero di Roma» è prevista per l’autunno prossimo (ma Visconti sarà anche impegnato, probabilmente, con il film La Bibbia) con Troilo e Cressida di Shakespeare (regia di Visconti) e proseguirà con L’albergo del libero scambio, di Georges Feydeau (regia di De Lullo), Sei personaggi in cerca di autore, di Pirandello (rappresentata dai «Giovani» per la prima volta nella recente tournée sovietica (con la regla di De Lullo), Jérôme Kilty, l’autore di Caro bugiardo, curerà invece la regia del suo nuovo dramma, Le idi di marzo, tratto dall’omonimo romanzo di Thornton Wilder. L’ultimo spettacolo previsto è il già rappresentato (ma nel 1947) A porte chiuse, di Jean Paul Sartre.
Inutile sottolineare l’importanza della formazione di una compagnia la quale nasce con impegno di durata triennale, riunisce attori tra i più impegnati di questi anni (si ricordino spettacoli come Zoo di vetro, Morte di un commesso viaggiatore, Tre sorelle, messi in scena dalla Morelli-Stoppa con Visconti e Il diario di Anna Frank, portato sulle scene con strepitoso successo dai «Giovani») e segna praticamente il ritorno al teatro del regista recentemente insignito del Premio dell’Accademia dei Lincei, il quale era rimasto praticamente lontano dalle scene dai giorni dell’Arialda e delle note vicissitudini censorie.
Tutto questo, ovviamente, non può costituire un pretesto per dimenticare o credere di far dimenticare (come si è tentato, da parte dì un quotidiano romano) il sempre inderogabile problema del Teatro Stabile. Che il « Gruppo» cui fa capo Visconti possa essere, in pratica, una Compagnia stabile, è da augurarsi. Ma occorre tener presente che si tratta di un tentativo che va a tutto rischio della Compagnia stessa, la quale, in ogni caso, non potrà assolvere le funzioni proprie dei teatri stabili in senso stretto, con i diritti, i doveri e le garanzie che a essi si richiedono e si concedono. Il problema viene riproposto proprio dalla nuova compagnia che fa capo a Visconti, la costituzione della quale rende ancor più stridente il contrasto: in pratica, mancano un teatro e una compagnia stabili; sorge, al tempo stesso, un «gruppo» nel quale figurano alcuni dei migliori nomi del teatro italiano, gruppo il quale potrebbe proprio costituire il nucleo principale della auspicata stabile romana.
Della necessità di avviare immediate trattative per fare della nuova compagnia la «stabile» di Roma, si sono resi interpreti i consiglieri comunali dell PCI, Antonello Trombadori e Paolo Alatri, i quali hanno ieri presentato la seguente interrogazione:
«I sottoscritti interrogano l’on. Sindaco per conoscere quanto segue:
1) Quali iniziative concrete sono state prese dalla Giunta per avvicinare nel tempo la nascita d’una Stabile romana di prosa, il cui finanziamento è previsto dal bilancio comunale?
2) Fra le iniziative intraprese figura quella inerente a far sì che le forze teatrali più qualificate da tempo operanti in Roma entrino a far parte integrante della costituenda Stabile romana di prosa?
3) E in particolare, quale è stato e quale è oggi l’atteggiamento della Giunta nei confronti della recente costituzione nella nostra città di una delle più importanti formazioni teatrali italiane: la fusione delle Compagnie Visconti, Morelli, Stoppa e De Lullo, Valli, Falk, Albani?
4) È possibile far sì che la prima iniziativa dei pubblici poteri in Roma in direzione dello sviluppo di un teatro stabile cittadino trovi un collegamento integrante con la iniziativa d’un così cospicuo e rilevante raggruppamento d’artisti e di uomini di teatro, i soli, forse, che, durante gli ultimi tre lustri, e nella carenza assoluta dei poteri municipali, hanno dato alla Capitale d’Italia una stabile attività teatrale degna di questo nome?
Antonello Trombadori
Paolo Alatri