« Conobbi Luchino Visconti nel 1930. Avevo allora 19 anni, suo padre, il duca Giuseppe, stava mettendo su una compagnia e, preferendo lanciare una giovane, scelse me appena uscita della filodrammatica. Luchino in quella compagnia faceva la messa in scena. La compagnia morì però dopo solo un anno. Io allora lo chiamai a lavorare con me, sempre per la messa in scena, in Carità mondana dato dalla Stabile di Milano, e poi per Il dolce Aloe e Il viaggio di Bernstein dove facevo coppia con Renato Cialente »
Andreina Pagnani
Luchino Visconti e la Compagnia del Teatro di Milano 1936-1938
« Io non avevo una preparazione adeguata, cioè non avevo mai fatto l’assistente in teatro, per esempio. Avevo fatto semplicemente Ossessione per conto mio; prima ero stato assistente di Renoir per un breve film. Non lo so, non so perché fece questa impressione la regia dei Parenti terribili. Probabilmente perché era semplificata, tutto veniva portato su un piano di verità e di realismo, cosa che allora si cercava di sfuggire un po’; anche perché, forse, in tutto il periodo precedente, il teatro italiano si era rifugiato nell’evasione, in testi che non toccassero certi argomenti…»
Luchino Visconti
1945
Parenti terribili di Jean Cocteau. Roma, Teatro Eliseo, 30 gennaio 1945
Quinta colonna di Ernest Hemingway. Roma, Teatro Quirino, 23 marzo 1945 Vai alla pagina
La macchina da scrivere di Jean Cocteau. Roma, Teatro Eliseo, 2 ottobre 1945
La macchina da scrivere al Teatro Eliseo
Antigone di Jean Anouilh – A porte chiuse di Jean Paul Sartre. Roma, Teatro Eliseo, 18 ottobre 1945
Adamo di Marcel Achard. Roma, Teatro Quirino, 30 ottobre 1945
La via del tabacco di John Kirkland dal romanzo di Erskine Caldwell. Milano, Teatro Olimpia, 4 dicembre 1945
La via del tabacco all’Olimpia
Palcoscenico di Milano: La via del tabacco
1946
Roma, gennaio 1946. Siamo Da Libotte il ristorante alla moda. Luchino Visconti parla (mal volentieri):
« Non esiste un criterio in assoluto come non esistono malattie; per il medico esistono “malati”, per il teatro ci sono i “testi” o, meglio, i pretesti da riconfermare vivissimo e attuale il teatro e la sua posizione. Il matrimonio di Figaro può essere uno di questi testi e pretesti, alla stregua dell’ultima commedia di Sartre. Io, col mio mestiere di regista, mi considero tra le maestranze del teatro, collaboro insieme al trovarobe, direi, insieme al personale dell’attrezzeria: in maniera, si capisce, piuttosto pratica e, infine, morale. Sono riluttante a parlare di me, e di quello che si vorrebbe io chiamassi “metodo mio”: ma io non ho metodo, non credo che nel teatro possano esistere metodi: c’è il teatro, e volta per volta i mezzi e le accortezze e le maestranze per risolverlo secondo personali sensibilità e capacità.
Naturalmente, nel mio caso, ci sono anche varie esperienze europee, e poi la esperienza del cinema; ma queste possono soltanto in parte, e nemmeno sempre, influenzarmi nell’inscenare un lavoro durante la cui preparazione io essenzialmente cerco la “resa” umana e teatrale, secondando se possibile l’attore a venire fuori nella luce corrispondente al “testo” al quale sempre mi richiamo. Io lavoro sulla gente prima di tutto, e cerco di avviarla — in considerazione di certe possibilità artigiane che sono particolari agli attori — a rendere tutto quello che può rendere, come un allenatore di boxeurs fa dei suoi uomini, un allenatore di calcio colla sua squadra. Il resto, cioè la impostazione delle voci, la fusione della parte, il meccanismo scenico, insomma, fanno parte del mestiere nostro, e proprio il curarlo con volontà a passione mi riporta a sentirmi un poco fra le maestranze teatrali insieme all’elettricista e allo scenografo.
Ma, fin dalla prima lettura, il regista (non parlo di me personalmente, che — l’ho già detto — rifiuto di avere un “metodo” e di parlarne), il regista deve avere in sé tutte le reazioni dei personaggi e del pubblico: deve sentire lo spettacolo come una cuoca e come un granduca, deve essere insieme straccione e piccolo-borghese, con varie “coscienze”, quindi. Una necessità unica in questo lavoro inesistente, infine, e che non appare nemmeno agli attori, è la capacità di andare aldilà delle battute, risentirsele dentro tutte “ragionate”, come in un catalogo, e vederle essenziali, come fossero il risultato — volta per volta — di un ragionamento chiuso.
Poi vengono le luci, le scene, le prove, la prima rappresentazione; ma il metodo resta sempre fuori ».
(conversazione con Renato Giani, Maschere)
Il matrimonio di Figaro. Roma, Teatro Quirino, 19 gennaio 1946 Vai alla pagina
I parenti terribili di Jean Cocteau al Teatro Odeon di Milano, 9 ottobre 1946
Formazione della Compagnia Italiana di Prosa diretta da Luchino Visconti
DELITTO E CASTIGO. Roma, TEATRO ELISEO, 12 NOVEMBRE 1946
Luchino Visconti, croce della borghesia
Delitto e castigo all’Eliseo
Zoo di vetro. Roma, Teatro Eliseo, 13 dicembre 1946
Lo Zoo di vetro di Tennessee Williams
1947
Vita col padre. Roma, Teatro Eliseo, 28 gennaio 1947
Euridice. Firenze, Teatro La Pergola, 28 febbraio 1947
Cronaca semiseria di un lungo spettacolo
1948
Rosalinda o Come vi piace. Roma, Teatro Eliseo, 26 novembre 1948
Per la sua “Rosalinda” Luchino perderà almeno dodici milioni
1949
Un tram che si chiama Desiderio (1). Roma, Teatro Eliseo, 21 gennaio 1949
5 bottiglie 20 candeline 100 sigarette
Anche Togliatti alla “prima” di Tennessee Williams
Oreste. Roma, Teatro Quirino, 9 aprile 1949 Vai alla pagina
Troilo e Cressida. Firenze, Giardino di Boboli, 21 giugno 1949
Parlando con il regista: Il mito omerico nel clima medievale
Luchino Visconti al contrattacco: Le spese di una regia
1951
Morte di un commesso viaggiatore. Roma, Teatro Eliseo, 10 febbraio 1951 Vai alla pagina
Un tram che si chiama Desiderio. Milano, Teatro Nuovo, 28 aprile 1951.
Lo spettacolo di Visconti come su uno schermo
Il XII Festival Internazionale del Teatro di prosa
Il veto a Brecht – Una lettera di Visconti
1952
Luchino Visconti regista “principe” del teatro italiano
La locandiera. Venezia, Teatro La Fenice, 2 ottobre 1952
La Locandiera con la regia di Visconti
Firenze, 3 maggio 1953. Senza accademia La locandiera con la regia di Visconti
Tre sorelle. Roma, Teatro Eliseo, 20 dicembre 1952 Vai alla pagina
1953
Gennaio 1953. Visconti contro Gassman
Il tabacco fa male – Medea. Milano, Teatro di Via Manzoni, 6 marzo 1953
Lastricata di buone intenzioni la Medea di Visconti
Il cinema brucerà l’attore Mastroianni?
Sorge un piccolo teatro nel quartiere della Garbatella
1954
Come le foglie. Milano, Teatro Olimpia, 26 ottobre 1954.
Come le foglie cinquantaquattro anni dopo
La Vestale. Milano, Teatro alla Scala, 7 dicembre 1954
1955
Il Crogiuolo. Roma, Teatro Quirino, 15 novembre 1955 Vai alla pagina
Zio Vania, Roma, Teatro Eliseo, 20 dicembre 1955
1956
MARIO E IL MAGO. Milano, Teatro alla scala, 25 febbraio 1956
Che cosa penso io della Callas e di Visconti?
La Locandiera. Paris, Théâtre Sarah Bernhardt, 16 Juin 1956.
Le Tout-Paris fête trois grands acteurs et un metteur en scène italiens
1957
Contessina Giulia. Roma, Teatro delle Arti, 11 gennaio 1957 Vai alla pagina
Ifigenia in Tauride. Milano, Teatro alla Scala, 1 giugno 1957
Cinque domande a Luchino Visconti sull’allestimento dello spettacolo alla Scala
L’impresario delle Smirne. Venezia, Teatro La Fenice, 1 agosto 1957
Teatro di Visconti (L’impresario delle Smirne a Roma, Teatro Eliseo, dicembre 1957)
1958
Uno sguardo dal ponte. Roma, Teatro Eliseo, 18 gennaio 1958
Gennaio 1958. Luchino Visconti si preparerà per un lavoro particolarmente importante. Si tratta del Don Carlos di Verdi che verrà allestito a Londra al Covent Garden nella prossima primavera. Luchino Visconti, oltre a curare la regia dell’opera verdiana, farà pure le scene ed i costumi e, per meglio documentarsi, ha intenzione di recarsi per qualche tempo in Spagna.
Don Carlo. Londra, Covent Garden, 9 maggio 1958
Verdi’s Don Carlos at the Royal Opera House
Magnificent Don Carlos at Covent Garden
Macbeth. Spoleto, Teatro Nuovo, 5 giugno 1958
Il Festival dei Due Mondi cambia il volto a una città
Immagini e tempi di Eleonora Duse. Roma, Teatro Quirino, 3 ottobre 1958
Immagini e tempi di Eleonora Duse
Deux sur la balançoire. Paris, Théâtre des Ambassadeurs, 13 novembre 1958
Prove di Due sull’altalena al Théâtre des Ambassadeurs
Deux sur la balançoire: un duo à New York
1959
L’anno è cominciato con un processo a Visconti
Figli d’arte. Roma, Teatro Eliseo, 1 marzo 1959
Paris, 25 marzo 1959: Al Festival del Teatro: debutto italiano con Figli d’arte
1960
L’Arialda. Teatro Eliseo, 22 dicembre 1960 Vai alla pagina
1961
Dommage qu’elle soit une p…. Parigi, Théâtre de Paris, 29 marzo 1961
Visconti mette in scena a Parigi un’Arialda del XVII secolo
1963
Il Diavolo in giardino. Palermo, Teatro Massimo, 28 febbraio 1963
« Adesso è difficile ricordare tutti i nomi che sono passati attraverso il mio teatro. Le glorie già affermate, prima di tutto, come Ruggeri, la Borboni, la Tatiana Pavlova (che non aveva più recitato dopo la guerra e che fece con me Zoo di vetro, diciannove anni fa), Memo Benassi (che fece cose memorabili interpretando Vierscinin nelle Tre sorelle), e perfino Vittorio De Sica (che io diressi nel Matrimonio di Figaro). Con me, Paolo Stoppa uscì definitivamente dai ruoli limitati in cui era stato sempre costretto. Fra i più giovani, De Lullo fece con me tutta la sua carriera d’attore, e anche Gassman (che feci recitare in Rosalinda, nell’Oreste, in Un tram che si chiama Desiderio) uscì felicemente da certi ruoli cui sembrava in un primo tempo destinato. Tonino Pierfederici mise piede per la prima volta sulla scena nei Parenti terribili. Olga Villi che era una soubrette, recitò in Quinta colonna e in Antigone, vent’anni fa. Rossella Falk lavorò con me nel Tram, nella Locandiera (dove c’era anche Romolo Valli) e nelle Tre sorelle. Ma il caso più interessante di tutti, forse, è quello di Marcello Mastroianni, un ragazzotto che non sapeva dire una battuta, e che io presi in Rosalinda di Shakespeare, nel ’48, dopo di che mi accompagnò per almeno dieci spettacoli, fino a Zio Vania e alla seconda edizione di Morte di un commesso viaggiatore, nel ’56. »
Luchino Visconti
1964
Il Trovatore, Londra, Covent Garden, 19 novembre 1964
1965
Il giardino dei ciliegi, Roma, Teatro Valle, 26 ottobre 1965
Il giardino dei ciliegi – Piacerebbe a Cecov
Le prove a tavolino / La carriera dell’attore
1966
Falstaff, Vienna, Staatsoper, 14 marzo 1966
1967
la monaca di monza, cesena, Teatro bonci, 28 ottobre 1967
1973
Tanto tempo fa. Roma, Teatro Argentina, 3 maggio 1973
Ultime prove di Tanto tempo fa
(pagina in lavorazione)