Una scena del film (Foto Ronald)
Una scena del film (Foto Ronald)

Luchino Visconti, il regista più pazzo del cinema italiano, sta lavorando in Sicilia. Ha riposato sugli allori per quasi dieci anni, dopo quell’unico film che diede filo da torcere ai censori del Minculpop: parlo di Ossessione. Abbandonato il cinema, sì mise d’impegno per far scoppiare la baracca del teatro italiano, con una serie di vulcaniche regie che andarono da Delitto e Castigo elaborata sulla opera di Dostoievski al Matrimonio di Figaro di Beaumarchais, dallo scabroso Adamo di Achard alla esasperata Via del tabacco tratta dal notissimo romanzo dì Cadwell. La baracca, a dire il vero, non scoppiò, ma Luchino ha lascialo egualmente il segno. Se non altro perché ha profuso milioni (suoi personali) e ha dato al pubblico l’illusione che il teatro italiano fosse ancora pieno di forza.

Adesso mette a ferro e a fuoco la Sicilia. Credo con i soldi degli altri: il film che sta girando va sotto la etichetta di una giovane e coraggiosa casa produttrice romana. Luchino fa di professione il rivoluzionario e, per il suo ritorno al cinema, sì è scelto l’arduo compito di presentare il volto della Sicilia proletaria. Lo farà in tre tempi: il primo dedicato ai pescatori, il secondo ai minatori, il terzo ai contadini.

La trilogia ha un bel titolo: La terra trema. Luchino ha iniziato ad Aci Trezza le riprese del primo periodo, quello del mare. Gira senza copione e senza attori professionisti, impiegando per interpreti gli stessi abitanti della borgata. È una pazzia che piacque a molti grandi del cinema: a Flaherty per L’uomo di Aran, ad Eisenstein per Lampi sul Messico. « Il film — ha scritto egli stesso in una lettera — è tutto girato non solo con personaggi veri ma su situazioni che si creano lì per lì, seguendo soltanto una leggera trama. I dialoghi li scrivo a caldo con l’aiuto degli stessi interpreti, vale a dire chiedendo loro in quale maniera istintivamente esprimerebbero un determinato sentimento, e quali parole userebbero. Non è esalto dire che non esiste soggetto. II soggetto esiste, e come! E’ la vita di questa, gente. Sono le loro difficoltà, la loro lotta che si chiude quasi sempre in perdita, la loro rassegnazione ».

Non so altro. Luchino, da rivoluzionario coscienzioso, quando lavora ama il silenzio e la solitudine. Del resto, è un taciturno per temperamento. Ricordo d’averlo visto mesi fa, a Roma, alla vernice di una personale di Guttuso. C’era anche Togliatti che discusse animatamente di arte sociale con alcuni giovani intellettuali del suo partito. Luchino gli ascoltò, immobile ed impenetrabile, senza dire una parola. Ora sgobba puntigliosamente dieci ore al giorno per scrivere, organizzare ed inventare La terra trema. Sono cinque in tutto e per tutto i suoi collaboratori: un operatore, un direttore di produzione, due aiuti registi ed un tecnico del suono.

Sei disperati alla ricerca del capolavoro.
f.d.g. (Fernaldo Di Giamatteo) (Fotogrammi, 8 giugno 1948)