Nel quadro delle celebrazioni alfieriane Luchino Visconti mette in scena a Roma l’Oreste portando gli attori su una piattaforma in mezzo al pubblico
Roma, marzo 1949
Tutta la platea del Teatro Quirino in Roma è stata spogliata delle sue poltrone e nel centro è stata innalzata una larga pedana, sulla quale Ruggero Ruggeri, Paola Borboni, Rina Morelli, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni reciteranno la tragedia di Vittorio Alfieri. Questa innovazione nel campo dello spettacolo moderno è stata portata dal più quotato e discusso regista teatrale che vi sia oggi in Italia: Luchino Visconti.
Le necessità che hanno spinto Visconti a rendere un teatro normale in un curioso anfiteatro, sono evidenti. Innanzitutto il desiderio che gli attori siano più a contatto con il pubblico e che il pubblico sia partecipe alla tragedia. Eliminare quindi quella barriera di indifferenza che talvolta nel teatro moderno si crea, tra palcoscenico e poltrone. Ma esistono altre necessità: per esempio, la sistemazione dell’orchestra. Infatti durante lo spettacolo agirà un’orchestra tipica beethoveniana (64 elementi) sotto la direzione di Willy Ferrero. Eseguirà. nel corso della recita, musiche romantiche di Beethoven, e sarà sistemata sul palcoscenico, dietro un grande velario rosso.
Di queste novità di Visconti se ne parla già da tempo negli ambienti teatrali della capitale. Visconti prova a porte chiuse; massimo rigore, il gioco non deve scoprirsi, questo gioco fin troppo serio a cui Ruggeri, la Borboni e gli altri si sono prestati molto volentieri. Per adesso la platea è vuota, sulla pedana (che dovrebbe rappresentare uno spiazzo di dinanzi alla reggia di Argo) gli attori gridano i versi di Alfieri, e da un grammofono giungono le note di alcune composizioni di Beethoven poco conosciute che faranno da sottofondo nello spettacolo. Al grammofono subentrerà l’orchestra.
Si prova lungamente, dalla mattina a mezzanotte, con brevi intervalli; lavoro duro per le esigenze del regista, per le difficoltà che questa scenografia comporta e per le intrusioni dal vivo dell’orchestra sinfonica. Ogni passo viene calcolato al millimetro, poiché si sarà troppo vicini al pubblico per poter ricorrere agli usati trucchi di scena.
Questa rappresentazione di estremo impegno e ardimento sarà, unitamente a quella del Filippo, curata dal Piccolo Teatro di Milano (regia di O. Costa), l’omaggio del teatro italiano contemporaneo ad Alfieri nel bicentenario della sua nascita.
Gian Domenico Giagni