Burt Lancaster, premio Oscar 1961 al migliore attore protagonista per Elmer Gantry (Il figlio di Giuda), scelto da Visconti come protagonista del film ispirato al romanzo di Tomasi di Lampedusa – Grossi nomi fra gli altri interpreti.

Roma, 3 gennaio 1962

Pubblicato — come è noto — dopo la morte dell’autore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo non è un romanzo che si presta facilmente ad essere ridotto per lo schermo. La sua tecnica particolare e la struttura psicologica del protagonista, dalla quale affiora sovente il monologo interiore, ne fanno un’opera che, indipendentemente dal clamoroso successo internazionale ottenuto come uno dei più quotati «best-sellers», incute soggezione anche ai più qualificati registi. Forse soltanto Visconti poteva tentare l’ambiziosa impresa. Ed egli ha ormai deciso, infatti. La sceneggiatura è stata elaborata in collaborazione fra lo stesso regista, Suso Cecchi D’Amico, Festa Campanile, Massimo Franciosa ed Enrico Medioli.

«Mi sono chiesto più volte — dice tra l’altro Visconti — se il principe Fabrizio Salina sul quale è accentrato quasi per intero il romanzo, non sia un autoritratto dell’autore e se certe previsioni con orizzonti talvolta limitati non siano frutto delle sue personali esperienze. D’accordo con i miei collaboratori ho comunque ritenuto opportuno dare al personaggio centrale del Gattopardo la sensibilità e la cultura dello stesso autore. Tutto ciò, s’intende, mettendo in evidenza il contrasto tra la realtà e la segreta speranza che animava il principe, evidentemente convinto che Garibaldi ed i Mille in ultima analisi non avrebbero apportato grossi cambiamenti sociali malgrado le scintille rivoluzionarie che potevano accendere sul loro cammino».

Visconti afferma che non può sposare la posizione del principe di Salina di fronte alla storia: «Oggi vediamo fino a che punto la sua visuale fosse ristretta. Nel Gattopardo c’è la visione di un personaggio che dei profondi rivolgimenti storici dava un’interpretazione soggettiva, personalissima. Perciò, di fronte alla sua figura nel film apparirà la Sicilia in fermento: molti dei contadini e relativi stimoli rivoluzionari dell’epoca».

Non si tratterà di un adattamento rigorosamente fedele del romanzo. Visconti si ripromette di trarne non poche varianti, considerandolo soltanto come una traccia della vicenda destinata allo schermo. Il romanzo, ad esempio, inizia alla vigilia dello sbarco dei Mille, mentre il film presenterà nelle prime sequenze i moti di Palermo con i «picciotti» che inneggiano a Garibaldi.

La versione cinematografica si snoda su due direttive: una di carattere storico, l’altra sostanzialmente di costume. Nell’insieme, non si potrà fare un paragone con il romanzo. Sarà un’opera a sé, pur essendo ispirata a quella del grande scrittore scomparso.

Per il ruolo del protagonista Visconti aveva pensato in un primo tempo a Laurence Olivier, ma l’attore inglese è stato costretto a rinunciare avendo altri impegni. Lo stesso personaggio sarà quindi interpretato da Burt Lancaster, che ha accettato con entusiasmo l’offerta del nostro regista. Claudia Cardinale sarà Angelica, il fratello di Shirley McLaine, Warren Beatty, presterà la sua figura a Tancredi. Paolo Stoppa sarà don Calogero Sedara. Romolo Valli e Rina Morelli daranno vita rispettivamente a don Pirrone e alla principessa di Salina.

Gino Barni